E’ iniziato il mese di marzo e con esso sta per arrivare anche la tanto attesa primavera. Il periodo simbolo della rinascita, quando i fiori sbocciano, la natura si sveglia e finalmente si esce dal lungo inverno freddo. Il primo giorno da celebrare e probabilmente il più importante è 8, quando ricorre la giornata internazionale dei diritti della donna.

La mimosa è il fiore che simboleggia proprio questo evento. Nel 1946 tre italiane scelsero questo fiore come rappresentante della festa perché era il più facile da reperire all’ inizio della primavera. Per alcuni, la capacità delle mimose di sbocciare anche in condizioni difficili è associata alla capacità di resilienza e di conquistare i diritti, propri delle stesse donne.

Ovunque in Italia e nel mondo si festeggia questa ricorrenza, con eventi, manifestazioni ed anche conferenze.

Ma cosa significa per ognuna di noi, essere donna?

Ne siamo davvero consapevoli?

Non è passato molto tempo da quando il genere femminile (almeno nella nostra legislatura) ha trovato riconoscimento del suo autentico valore. In diversi paesi del mondo i diritti fondamentali delle donne non sono ancora pienamente riconosciuti. Eppure, con la nostra forza, nonostante le difficoltà, abbiamo portato avanti il mondo; con i nostri gesti lo abbiamo migliorato e con le nostre idee lo abbiamo fatto crescere. Siamo in carriera, imprenditrici, libere professioniste, impiegate, parte fondamentale dei meccanismi che regolano l’universo, da madri e da donne single. Siamo resilienti, resistenti, forti quasi più del genere maschile, audaci e impavide.

Nessuno ci ha insegnato tutto questo, siamo fatte così, siamo state create così.

Non ci sono limiti a ciò che noi donne possiamo realizzare. E’ che in tante, troppe situazioni o paesi, ambienti questo non ci viene concesso.

Anche in un momento cosi delicato, come quello che stiamo vivendo, il ruolo della donna è marginale, ma nelle retrovie ella è sicuramente fondamentale. Il nostro senso empatico ci porta ad essere più vicine ad ogni situazione difficoltosa, a saperla gestire seppur nella gravità del momento. Siamo la salvezza del mondo e questo ruolo, deve esserci riconosciuto ovunque e comunque, in ogni parte del pianeta. L’ augurio è che si possano compiere passi sempre più ampi per la salvaguardia e la valorizzazione di tutti i diritti; che si persegua la strada della parità di trattamento in ogni ambito lavorativo e che in prima linea la donna possa sempre trovare lo spazio che merita, così come le compete, per le sue capacità.

In tutto questo, il mese di marzo dà il via anche alla stagione dei matrimoni, il momento cruciale della scelta di condividere la vita con qualcuno che amiamo.

In un periodo buio, l’abito bianco e la sua purezza, diventano ancora di più simbolo di pace e di amore.

Perciò scegliere di essere veramente noi stesse in quel giorno, è ancora più importante. Essere e non apparire, mostrare a tutti il nostro vero io, con tutte le fragilità e i punti forza, splendere come non abbiamo mai fatto. Indossare un abito che sia veramente specchio di noi stesse, che ci valorizzi per come siamo, che sia messaggio esso stesso di pace e serenità interiore ed esteriore.

Ci auguriamo quindi, che ogni uomo possa apprezzare sempre fino in fondo l’ immenso valore della donna, la quale sceglie con le nozze, di stargli accanto ogni giorno della sua vita.

“Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che urla d’essere ascoltata”.

Oriana Fallaci